L’ex Vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans è nella bufera per i sostanziosi fondi pubblici girati alle lobby ecologiste affinché premessero sull’opinione pubblica a favore della transizione verde in campo energetico e agricolo. Realtà che Macchine Trattori denuncia da anni
Ora se n’è tornato nella sua Olanda, ma prima di ciò Franciscus Cornelis Gerardus Maria Timmermans, Frans per gli amici, dal Novembre 2014 fu Vicepresidente della Commissione europea all’epoca delle Commissioni Juncker e Von der Leyen. Poi, dal Dicembre 2019, divenne Commissario europeo per il clima e per il Green Deal. Proprio in tale posizione, stando a un’indagine del quotidiano neerlandese De Telegraaf, l’ex Commissario avrebbe utilizzato parte dei sussidi europei climatici e ambientali per finanziare le lobby ambientaliste affinché generassero pressioni sia a livello politico sia sull’opinione pubblica a favore delle famigerate politiche green che stanno rovinando l’Europa incidendo solo in misura molto marginale sul contenimento delle emissioni globali.
Pressioni sui membri del Parlamento EU
L’inchiesta del quotidiano di Amsterdam ha in particolare puntato il dito contro le campagne ecologiste a sostegno della norma “Nature Restoration Law”, tanto voluta da Timmermans quanto criticata da diversi settori produttivi. La Legge, passata nel Luglio 2023, vorrebbe ripristinare la biodiversità degli ecosistemi ed era stata fortemente caldeggiata da una Santa Alleanza di 185 associazioni ambientaliste.
Ora Dirk Gotink, della Commissione per il controllo del budget, l’uomo che con Piotr Serafin, responsabile Bilancio e Pubblica Amministrazione della Ue, sta esaminando tali sovvenzioni per evidenziare eventuali anomalie, ha dichiarato come tali accordi siano stati inopportuni, soprattutto pensando che la loro finalità era quella di esercitare pressioni sui membri stessi del Parlamento europeo. Ciò conferma che le lobby ambientaliste avrebbero avuto un ruolo importante non solo per condizionare l’opinione pubblica ma anche gli stessi politici europei giovandosi di sovvenzioni Ue oltre alle generose donazioni che ricevono dai privati. Basti pensare alle campagne di Greenpeace a favore delle api, spacciate quale specie in via di estinzione e usate quale esca per spaventare gli strati più impreparati sul tema della popolazione e contemporaneamente far aprire le tasche agli ingenui.
Sostenibilità economica sempre più debole
Di fatto accade che oltre ai media, anche agli stessi organi di controllo dell’Unione appaia alquanto sospetto che Timmermans abbia foraggiato le lobby verdi usando denaro pubblico affinché moltiplicassero l’appoggio alle sue proposte pseudo-green. Proposte mascherate da amore per l’ambiente che però stanno minando la sostenibilità economica del Vecchio Continente, sempre più debole dal punto di vista energetico, industriale e agricolo. Una debolezza che fa ovviamente comodo a potenze extra europee come Usa, Russia e Cina, le stesse che grazie al Green Deal potranno rafforzarsi proprio a scapito dell’Unione Europea.
C’è in tal senso un particolare abbastanza inquietante su Frans Timmermans, dato che fra le molte posizioni politiche coperte nella sua vita vi fu anche quella di diplomatico dal 1987 al 1998, periodo in cui lavorò all’ambasciata olandese a Mosca. Sarà magari solo un caso fortuito che Timmermans, ex diplomatico di lungo corso in Russia, abbia lavorato così alacremente per decostruire l’agricoltura europea tramite i lanzichenecchi pseudo-ecologisti, ma come soleva ricordare Giulio Andreotti, figura storica della Democrazia Cristiana, a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina.
Titolo: Frans Timmermans e lobby green
Autore: Donatello Sandroni